In genere l’intolleranza al lattosio (zucchero presente nel latte) si manifesta nell’infanzia, essa è la più diffusa tra le allergie alimentari. Questa intolleranza nasce da una carenza dell’enzima lattasi, responsabile del metabolismo del lattosio. Nella maggioranza dei casi questo disturbo regredisce con la crescita.
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I sintomi dell’intolleranza al lattosio.
A causa della carenza dell’enzima lattasi, l’organismo non riesce a scindere in molecole più semplici il lattosio, che viene di conseguenza digerito e nell’ intestino tende a fermentare, provocando così vari disturbi. Questo enzima è presente in numerosi alimenti comuni tra i quali:
- il latte
- i derivati del latte
- i dolci
- alcuni medicinali.
Si può riconoscere l’intolleranza al lattosio facendo attenzione a questi principali sintomi, che si manifestano soprattutto in fase digestiva (circa due ore dopo l’assunzione del cibo in questione):
- crampi addominali
- pancia gonfia
- nausea
- alitosi
- diarrea
- flatulenza e meteorismo
- borse sotto gli occhi.
Cosa fare in presenza dei sintomi?
La prima cosa che gli esperti consigliano di fare non appena si avvertono i sintomi sopra elencati è avvertire il proprio medico, il quale prescriverà alcuni test allergologici. In seguito è bene sospendere l’assunzione di alimenti contenenti il lattosio per almeno 15 giorni.
Quali sono i test consigliati?
Primo fra tutti è il test dell’intolleranza al lattosio: esso prevede il prelievo di sangue in due passaggi: il primo deve essere eseguito a stomaco vuoto, il secondo dopo aver ingerito una bevanda contenente lattosio.
Per il test del respiro all’ idrogeno (Breath Hydrogen Test) occorre ingerire un alimento che contiene lattosio, solo dopo 2 o 3 ore è possibile eseguire l’esame. Questo test serve per individuare il livello di idrogeno presente nel respiro: se alto, indica una mancata digestione del lattosio.