Negli ultimi anni la diagnostica endoscopica ha compiuto significativi progressi in termini di comfort e sicurezza per il paziente. Tra le innovazioni più rilevanti si distingue senza dubbio la gastroscopia transnasale, una metodica indolore che consente di eseguire l’esame in assenza di sedazione, minimizzando il disagio e ampliando l’accessibilità a un numero sempre maggiore di persone.
Per approfondire le caratteristiche di questa tecnica, i suoi vantaggi clinici e il suo impatto sul rapporto medico-paziente, noi di Eccellenza Medica abbiamo incontrato il Dott. Giancarlo Caravelli, responsabile dell’Ambulatorio di Endoscopia Digestiva dell’Ospedale San Gennaro dei Poveri di Napoli. Il Dott. Caravelli svolge la propria attività clinica in diverse strutture di alto livello a Napoli e provincia, tra cui il Centro CLISAN di Casavatore, centro all’avanguardia per l’endoscopia digestiva privata, e Clinica Villa Del Pino, nel cuore di Napoli. È inoltre medico accreditato da Eccellenza Medica, network nazionale che seleziona ed accredita centri e specialisti di comprovata eccellenza.
Con il Dott. Caravelli esploriamo come la gastroscopia transnasale rappresenti oggi una nuova via nella diagnosi gastroenterologica: più delicata, più umana ed orientata a una medicina della prevenzione realmente condivisa.
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Dottore, posso chiederle innanzitutto di raccontarmi cosa distingue la gastroscopia transnasale dalla procedura tradizionale per via orale, e quali innovazioni tecniche hanno reso possibile questo approccio così delicato?
"La gastroscopia transnasale si differenzia da quella tradizionale principalmente per la via d’accesso: invece di passare dalla bocca, lo strumento viene introdotto attraverso una narice. Questo è possibile grazie ad endoscopi di diametro molto ridotto, parliamo infatti di un diametro di circa 4 mm, che mantengono comunque un’eccellente qualità ottica e capacità diagnostica e la possibilità di effettuare ampi campionamenti bioptici. L’evoluzione tecnologica, con fibre ottiche più sottili e sistemi di visione ad alta definizione, ha reso questa procedura non solo praticabile, ma anche straordinariamente ben tollerata".
Nell’esperienza clinica, quali sono le qualità della gastroscopia transnasale che più di ogni altra cosa conquistano la fiducia e la serenità del paziente? Possiamo dire che questa tecnica rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nell’approccio diagnostico?
"Senza dubbio sì. La possibilità di eseguire una gastroscopia senza dover ricorrere alla sedazione, mantenendo il paziente vigile e collaborante, è una piccola rivoluzione. La sensazione di soffocamento o conato, tipica della via orale, è quasi del tutto assente. Il paziente respira e parla normalmente, vive l’esame con molta più serenità e ne esce con un ricordo positivo. È un cambio di paradigma perché restituisce alla gastroscopia un’immagine più “umana” ed accessibile".
A chi si rivolge questa tecnica e quali criteri guidano la scelta tra la via nasale e quella orale nella pratica quotidiana?
"La gastroscopia transnasale è indicata per la maggior parte dei pazienti, soprattutto per chi teme l’esame o non può sottoporsi alla sedazione. È ideale anche per soggetti anziani, obesi, cardiopatici o con problemi respiratori, dove la sedazione comporterebbe rischi maggiori. In generale, la scelta tra via nasale e orale dipende dall’anatomia delle fosse nasali, dalla tolleranza del paziente e dal tipo di intervento previsto: per procedure operative più complesse, come ad esempio la polipectomia o la mucosectomia, resta preferibile la via orale".
Ci sono limiti o situazioni particolari in cui la gastroscopia transnasale perde terreno rispetto alla più classica gastroscopia?
"Sì, ci sono alcuni casi. Se il paziente presenta deviazioni importanti del setto nasale, ipertrofia dei turbinati o patologie nasali, l’introduzione dell’endoscopio può risultare difficoltosa o impossibile. Inoltre, nelle procedure terapeutiche che richiedono strumenti accessori di maggior calibro, la via orale resta insostituibile. Ma per la diagnostica di routine, la transnasale offre vantaggi indiscutibili".
Come modifica questa modalità l’approccio medico-paziente, considerando che spesso il paziente resta cosciente e partecipe durante l’esame?
"Cambia molto, in meglio. Il medico può spiegare in tempo reale ciò che sta osservando, condividere immagini e tranquillizzare il paziente passo dopo passo. Da noi, al CLISAN, si crea un dialogo, un rapporto di fiducia immediato. Il paziente non subisce l’esame, ma lo vive in prima persona, con un coinvolgimento che spesso si traduce in maggiore consapevolezza della propria salute".
In un’epoca in cui la prevenzione è al centro del dialogo medico, ritiene che la gastroscopia transnasale possa favorire un maggior ricorso a controlli regolari e tempestivi?
"Assolutamente sì. L’esperienza meno traumatica e l’assenza di sedazione rendono più facile convincere il paziente a sottoporsi all’esame, anche in assenza di sintomi importanti. Questo permette di intercettare precocemente molte patologie gastriche e duodenali. È uno strumento prezioso di prevenzione, che abbassa le barriere psicologiche e migliora l’adesione ai programmi di screening".
Concludo con uno sguardo al futuro: quali sviluppi immagina per questa tecnica e in che modo potrebbe ridefinire il ruolo dell’endoscopia nel percorso di cura gastroenterologica?
"Immagino una gastroscopia sempre più miniaturizzata, confortevole e integrata con sistemi digitali di analisi automatica delle immagini. L’endoscopista del futuro avrà strumenti che non solo vedono, ma anche “interpretano” in tempo reale le lesioni grazie all’intelligenza artificiale. La transnasale, per la sua semplicità e accettabilità, diventerà probabilmente la porta d’ingresso ideale alla diagnostica gastroenterologica di base".

