Il consumo di carne rossa provoca il cancro?
E’ sicuramente uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi mesi. Da un lato chi sostiene che il consumo di carne rossa porta inevitabilmente all’insorgere di malattie anche gravi, chi invece ritiene che non esiste alcuna associazione tra il consumo e l’insorgenza di patologie. Qual è quindi la verità dei fatti? Ecco la risposta.
Un elevato consumo può aumentare il rischio
E’ stato scientificamente provato che un consumo elevato o comunque eccessivo di carni rosse, soprattutto se le carni in questioni sono particolarmente lavorate (salumi e carni in scatola), aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori. Questa significa che l’assunzione di carne rossa non è di per se assolutamente rischioso, purchè venga fatto in quantità non eccessive. Anzi, gli esperti internazionali concordano nel ritenere che un modesto consumo di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) sia accettabile anche per l’apporto di nutrienti preziosi (soprattutto vitamina B12 e ferro), mentre le carni rosse lavorate andrebbero consumate solo saltuariamente.
I danni della salute provocati dall’eccessivo consumo di carne rossa
E’ opportuno innanzitutto chiarire che nessuna malattia è causata esclusivamente dal consumo di carne rossa. Naturalmente le persone che assumono elevate quantità di proteine animali sono più soggette a patologie quali cancro – in particolare cancro al colon-retto, allo stomaco, prostata e seno – infarto, problemi cardiaci, cardiovascolari e naturalmente obesità. Inoltre negli ultimi mesi l’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, ha definito la carne rossa come probabilmente cancerogena (classe 2A della classificazione dello IARC) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena.
Infine, è fondamentale ricordare che, soprattutto dopo i 40 anni, è opportuno sottoporsi ad esami periodici per lo screening delle malattie del tubo digerente quali la Gastroscopia e la Colonscopia (o la più recente Colonscopia Robotica).